Il Trumpobamacare, ossia la stessa zuppa.

L’Obamacare, la legislazione Usa in base alla quale è stata estesa l’assistenza sanitaria ai più poveri, è fallita prima che Trump la volesse mettere in soffitta.

Grazie all’Affordable Care Act gli americani senza assistenza sanitaria sono scesi da 50 milioni a 29 milioni, che sono sempre una bella cifra, ma essendo l’attuazione dell’assistenza comunque affidata alle compagnie assicurative, queste, obbligate a prendersi in carico i meno abbienti, hanno alzato i costi dei premi assicurativi , cosicché milioni di americani del ceto medio basso si sono trovati totalmente, come si dice, in brache di tela.

Che il sistema non funzionasse lo ha detto non Trump, ma l’inossidabile Bill Clinton, quello che ha dato il via al processo di deregulation che ci ha sprofondati nella depressione attuale. “Questo sistema è pazzo – ha dichiarato Clinton – in cui tutto d’un tratto 25 milioni di persone in più hanno la copertura sanitaria. Ma dall’altra parte tutti quelli che da anni si spaccano la schiena, lavorando anche 60 ore alla settimana, si trovano con premi assicurativi raddoppiati e la copertura dimezzata. E’ la cosa più folle del mondo”.

A raccontare la bella storia è Alan Friedman, nel suo: “Questa non è l’America”, un libro che non risparmia nulla a Trump, che al noto giornalista sta letteralmente sugli zebedei.

Il fatto è che Friedman, quando ha spiegato come funzionano le cose in Europa ad una sua concittadina, questa ha detto: “Wow”, con “gli occhi spalancati per lo stupore”. “Tutti hanno la copertura sanitaria in Europa? Wow”.

Questa è l’America, ma prima di Trump.

Ora Trump vuol cambiare la Obamacare con la sua Trumpcare, ma se non è zuppa è pan bagnato. In ogni caso la sanità americana è in mano alle compagnie di assicurazione, che sono l’altra faccia di quel mondo finanziario che ci ha messo con il culo per terra e che lascia milioni di americani senza la possibilità di farsi curare.

America dream? No grazie. Gli Americani ci hanno salvati per ben due volte dalle grinfie della Germania uber alles e non possiamo che essere loro grati, ma della loro democrazia non sappiamo cosa farcene. In termini di civiltà non ha nulla da insegnarci chi non è capace di stabilire che le tasse devolute allo Stato devono servire per garantire ai cittadini alcuni servizi essenziali alla vita e al benessere.

E poi, guarda guarda, nella Dichiarazione di indipendenza i Padri dell’America nascente avevano inserito nientemeno che il “diritto alla felicità”.

Che magnifica coerenza.

Silvano Danesi

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Giornalista
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