IL CODICE SEGRETO DELL’ISOLA CHE NON C’È

Neverland, l’Isola che non c’è, l’isola di Peter Pan, potrebbe fornirci una chiave di lettura particolarissima riguardante gli Stuart e il loro rapporto con il mondo celtico. Capitan Uncino, il cattivo dell’opera di Sir James Matthew Barrie, ha infatti, secondo quanto scrive David Cordingly degli abiti che sono, “confezionati sul modello di quelli di Carlo II, il dissoluto sovrano Stuart al quale egli era stato detto assomigliasse”. [i]

Questa notizia ci apre una finestra su un mondo che riguarda la tradizione celtica e il suo rapporto con la Massoneria.

Carlo II Stuart (1630 – 1685) è stato re d’Inghilterra, Scozia, Irlanda e Francia dal 30 gennaio 1649 (de iure) o dal 29 maggio 1660 (de facto), al 6 febbraio 1685. Secondo i realisti, Carlo divenne re il 30 gennaio del 1649 quando suo padre, Carlo I Stuart, fu decapitato. Tuttavia il Parlamento si rifiutò di proclamare Carlo re e in Inghilterra ebbe inizio il periodo repubblicano, sotto il Protettorato del puritano Oliver Cromwell, che divenne Lord Protettore del Commonwealth britannico. Al contrario, il Parlamento di Scozia nominò Carlo re di Scozia il 5 febbraio 1649 nella città di Edimburgo. Fu incoronato re di Scozia presso Scone (ove venivano consacrati i re celtici)  il 1º gennaio 1651. Dopo la battaglia di Worcester del 3 settembre 1651 fu costretto a lasciare l’Inghilterra e si rifugiò, per i nove anni che seguirono, tra Francia, Repubblica delle Province Unite e Paesi Bassi del Sud. Quando nel 1659 il Protettorato retto da Richard Cromwell, figlio di Oliver, cadde, il generale George Monck invitò formalmente Carlo a tornare in patria dove avrebbe governato da re. Il 25 maggio del 1660 Carlo sbarcò su suolo inglese e il 29, giorno del suo trentesimo compleanno, entrò trionfalmente a Londra.

Il 23 aprile 1661 Carlo II fu incoronato re d’Inghilterra, Scozia e Irlanda nell’abbazia di Westminster, nel 1679 decise di abolire il Parlamento e governò da sovrano assoluto fino al giorno della sua morte, avvenuta il 6 febbraio del 1685.

Carlo II fu noto anche con il nome Merrie Monarch (Monarca allegro), a sottolineare il clima di edonismo della sua corte e il sollievo generale procurato dal ritorno ad una situazione di normalità dopo l’esperienza repubblicana con i Cromwell e i Puritani. La moglie di Carlo, Caterina di Braganza, era sterile, tuttavia il sovrano ebbe dodici figli illegittimi con varie amanti.

Lord Stuart Gran Maestro a Kilwinning

Come ho scritto nel mio: “Le radici scozzesi della Massoneria”, verso l’843 i Dalriada, ossia i Celti, trionfarono nei confronti delle tribù locali dei Pitti e la Scozia, sotto il re Kenneth Mac Alpin divenne un regno unificato. Nel IX secolo la Scozia divenne rifugio di scissionisti superstiti della chiesa irlandese. Sotto la guida di questi gruppi fu istituito il “celi Dé” o “Culdees”, un sistema monastico molto vicino alla tradizione druidica. Con Davide, discendente di Mac Alpin, nacque, nel 1124, il regno feudale di Scozia e dopo breve periodo di turbolenza, conseguente all’assassinio di Alessandro III, nel 1286, Robert Bruce restaurò il regno celtico di Scozia, che durò fino al 1603 con Giacomo VI, poi divenuto Giacomo I d’Inghilterra. Davide istituì la carica, poi divenuta ereditaria, del Regio Stewart del reame, da cui derivarono gli Stuart. E fu Davide a chiamare i monaci Tironianensi (simili ai Culdei, se non Culdei) a costruire le cattedrali scozzesi. Alla loro opera si devono le cattedrali Arbroath (1178), Kilwinning (1140) e, più tardi,  la Cappella di Rosslyn (1446).

Nel 1286, subito dopo la morte di Alessandro III, Giacomo, Lord Stuart di Scozia, fu Gran Maestro di una Loggia massonica costituita a Kilwinning. La Loggia di Kilwinning era dunque guidata da uno Stuart in un regno ancora tradizionalmente celtico.

Elias Ashmole, colui che scrisse nel ‘600 i Rituali massonici ancora in uso, è ritenuto in ambito neo-druidico colui che ha trasferito alla Massoneria i tre gradi di iniziazione druidica. Ashmole era un Rosacroce e i Rosacroce, come scrive Alberto Cesare Ambesi, sono eredi della cultura umanistica delle accademie italiane e dei Fedeli d’Amore, i quali a loro volta sono in gran parte eredi dei trovatori accasatisi alla corte di Federico II di Svevia e nella sua Magna Curia.

Come ho scritto nel mio: “I Fedeli d’Amore alla corte di Artù”, la linea di pensiero dei Fedeli d’Amore ha dei riferimenti essenziali in Federico II di Svevia e nella sua “Magna Curia”, nella Provenza e nell’Aquitania dei trovatori, eredi della cultura basca, nei Minnesanger, in Severino Boezio, nella poesia dei mistici arabi e nella Champagne di Chrétien de Troyes, che ripropone, con la “Materia di Bretagna”, l’antica cultura druidica.

Antichi fiumi sotterranei paiono confluire in Elias Ashmole, il quale è anche fondatore della Royal Society ed è un “antiquario”, ossia uno studioso di cose antiche. Fu Ashmole, tra l’altro, a iniziare la riabilitazione dei Templari.

Ebbene: Carlo II Stuart, appena insediato sul trono nominò Ashmole Araldo di Windsor. Ashmole fu un fedele stuardista, ossia un fedele alla dinastia che era custode del nesso tra tradizione druidica e tradizione massonica.

Ashmole, pertanto, ha recuperato una catena iniziatica ininterrotta e l’ha arricchita con il contributo di linee iniziatiche che, sia pure attraverso mille difficoltà, sono giunte nel XVII secolo all’appuntamento con la storia.

Non va dimenticato che Sir James Matthew Barrie, autore di Peter Pan, è un baronetto scozzese, nato a Kirriemuir (in gaelico scozzese Cearan Mhoire).

Gli Stuart nelle “isole” di libertà

In questa possibile chiave di lettura, il pirata Capitan Uncino è un esiliato, così come esiliati saranno gli Stuart con l’avvento degli Hannover e come molti altri fedeli stuardisti che hanno preferito, come sembrerebbe dalle storie dei pirati, prendere la via del mare per raggiungere “isole” di libertà, lontane dalle guerre di religione e da quelle dinastiche.

La trama del racconto è così in breve riassumibile.

Una notte, quando i signori Darling (tesoro) sono usciti per recarsi a cena, Peter (roccia, pietra) Pan (il tutto) entra nella camera dei bambini accompagnato dalla fatina Trilli Campanellino (TinkerBell, colei che suona il richiamo) per trovare l’ombra perduta la sera precedente, presa da Nana. I tre ragazzi si svegliano accorgendosi della loro presenza e Wendy (il nome deriva dal gallese Gwenda dal significato di luminosa), ricuce l’ombra a Peter che, per ringraziarla, decide di portarla con sé all’Isola che non c’è (Neverland), in modo che faccia da madre (Gwuenda la luminosa come Dèa Bianca) a lui e ai Bambini Smarriti (Lost Boys), gli eredi della tradizione iniziatica regale celtica.

Così Peter, Trilly e i tre fratelli Darling raggiungono il luogo incantato, ma vengono avvistati dai pirati capitanati dal perfido Capitan Uncino (Captain Hook, dal significato di uncino, ma anche catturare, prendere: un capitano catturato?), acerrimo nemico di Peter. Wendy è vittima della gelosia di Trilli che, approfittando di un attimo di smarrimento, per poco non la uccide sfruttando gli ingenui Bambini Smarriti. Wendy fortunatamente viene salvata da Peter, infuriato con la fata. Sull’Isola Wendy e i suoi fratellini vivono incredibili avventure in compagnia di Peter Pan e dei Bambini Smarriti, compreso lo scontro con i pirati nella Laguna delle Sirene (Mermaids Lagoon) e il salvataggio della principessa Giglio Tigrato (Princess Tiger Lily), figlia del Gran Capo Indiano (Indian Chief). Ma dopo un po’ di tempo Wendy inizia a stancarsi della vita sull’Isola che non c’è e della superficialità di Peter decidendo, così, di tornare a casa con i fratelli, poiché preoccupata per i genitori. Scovato il nascondiglio di Peter, Uncino rapisce i ragazzi e tenta di avvelenare Peter, salvato tempestivamente da Trilli. Peter Pan raggiunge il veliero dei pirati, sconfigge definitivamente Uncino e la sua ciurma e riesce a salvare Wendy e gli altri. La ragazza è riconoscente a Peter, ma è ugualmente decisa a tornare a Londra dai suoi cari. Finalmente Wendy, John e Michael si riuniscono ai genitori che adottano anche i Bambini Smarriti. Wendy vorrebbe rimanesse con loro anche Peter, ma il ragazzo le promette che sarebbe venuto a prenderla ogni anno per le pulizie di primavera, grazie al consenso della signora Darling. Così Peter torna sull’isola e Wendy spera che non si dimentichi di lei.

Una possibile lettura della figura di Capitan Uncino, alias Carlo II, a questo punto, potrebbe essere relativa al decadimento della dinastia degli Stuart dopo l’unificazione del Regno di Scozia con quello d’Inghilterra con Giacomo I. Capitan Uncino, alias Carlo II ha avuto una mano mangiata da un coccodrillo, il cui ruolo psicostatico Barnie avrà sicuramente conosciuto. Il coccodrillo è in antico Egizio Sobek, il Divoratore delle anime dannate. Carlo II è, dunque, per lo scozzese Barnie, un dissoluto che ha perso l’anima originaria.

Gli stuardisti amici della Dèa Bianca

I Bambini Smarriti, rifugiati in un’isola, ossia isolati, potrebbero essere gli autentici seguaci stuardisti, non a caso amici di Wendy, ossia di Gwenda (come la Ginevra di Artù), la Dea Bianca celtica, la quale li fa adottare dai suoi genitori, i signori Tesoro. Peter Pan è luce e ombra; è roccia e panico; è colui che con la sua azione mette a nudo il caos che si è creato con il decadimento della dinastia Stuart, ma è anche la roccia che torna sull’isola che non c’è, una sorta di Avalon, ove è sepolta la regalità celtica.

Dietro ad una lettura psicologica, se quest’analisi regge, potrebbe essere sotteso un messaggio che riguarda un gruppo di fuggiaschi, legati alle tradizioni celtiche, stuardiste e massoniche, riparati in un’isola.

Un gruppo di fuggiaschi che la pirateria ci restituisce nei suoi racconti.

Il tema è ripreso da Hugo Pratt, dove nel suo Mare salato, il Monaco è Thomas Groovensnore, nome di un nobile inglese, che nasconde, tuttavia, in cifra, il significato di un bosco (Grove) in sonno (en snore, russante).

La tradizione celtica è in sonno, nascosta nei boschi o rifugiata in un’isola, irraggiungibile a chi non ne conosce l’accesso segreto, ma è ospitata in una casa di Londra (evidente accenno alla città dove la Massoneria moderna è stata ristrutturata da Ashmole), dove la Dèa Bianca è custodita come un tesoro.

© Silvano Danesi


[i] David Cordingly, Storia della pirateria, Mondadori

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