Nel Gabinetto di Riflessione campeggia un avvertimento: “Se sei capace di simulazioni, trema, sarai scoperto”; è un avvertimento fondamentale, perché distingue nettamente i bugiardi da chi bugiardo non è.
Una massima di Joseph Goebbels, responsabile della propaganda nazista, afferma: “Una menzogna ripetuta all’infinito diventa la verità”.
Goebbels non aveva fatto i conti con la storia e con il fatto che il tempo è galantuomo e la sua personale fine, così come quella della tragica menzogna nazista, smentiscono la sua massima e danno ragione all’aforisma antico che dice: “Le bugie hanno le gambe corte”. Ironia della sorte, Goebbels era zoppo, offeso alle gambe da una malattia infantile.
Severino Boezio, tradito da malevole lingue biforcute di uomini assetati di potere e incarcerato da Teodorico, nel suo: “La Consolazione della filosofia”, testo tardo antico che è stato punto di riferimento per tutto il Medioevo, a riprova che chi mente è esecrato e chi non mente ha l’onore dei posteri, scrive: “Ma più violenta delle fiamme dell’Etna riarde sconvolgente la smania di possedere..” e continua, riferendosi ai suoi mendaci detrattori e carcerieri: “A questo punto nutro forti dubbi sull’opportunità di discutere di onori e di potere, funzioni che voi, ignari del vero onore e del vero potere, portate alle stelle. Se tali prerogative sono venute a cadere nelle mani di individui corrotti, producono rovine in misura maggiore dell’Etna quando erutta fiamme e di qualsiasi diluvio”.
“D’altra parte – afferma Boezio – se le funzioni di potere vengono talora assunte da uomini onesti, ma è un caso assai raro, che cosa risulta gratificante in esse al di fuori dell’onestà di coloro che le esercitano? Ne deriva così che non siano le cariche a rendere apprezzabili le virtù ma le virtù a rendere apprezzabili le cariche”.
Aggiunge Boezio che “chi abbandona il fine comune [il platonico Bene] a tutte le cose che sono cessa in pari tempo di essere. Questa mia affermazione – dice Boezio -, cioè che proprio i cattivi, ….., non sono, potrà forse sembrare strana a qualcuno; ma la questione sta proprio in questi termini. Io – continua Boezio – non contesto infatti che i cattivi siano, appunto cattivi; ma nego nettamente e semplicemente che essi siano”.
“E’, infatti, ciò che si mantiene nella propria condizione e conserva la propria natura; quello che invece si stacca da questa abbandona anche l’essere, che è insito nella sua natura”.
Per i simulatori, che verranno scoperti, non c’è solo l’esecrazione degli uomini, ma una sorte terribile: la perdita del loro essere. Essi si confondono con le cose, con il potere, con i falsi onori.
Vivere secondo lo spirito, ossia coltivare il proprio essere, la propria essenza, è degli esseri umani che testimoniano dell’Assoluto. “Quando uomini privi del senso dell’Assoluto – scrive M.M. Davy (Il simbolismo medievale, Mediterranee) – utilizzano i simboli, non si ha nient’altro che logomachia”, discussione inconcludente. E aggiunge: “Per l’uomo carnale il linguaggio dell’uomo spirituale è senza contenuto e gli sembra insipido. ….La sua pesantezza, i pesi e le misure di cui egli fa uso gli impediscono di comprendere i tesori dell’uomo di luce; i loro sentieri sono diversi ed è per questo che egli non lo incontra mai, dato che non sarebbe in grado di riconoscerlo”.
Evitiamo ogni dissimulazione, dunque, ed evitiamo i dissimulatori. Essi hanno perso il loro essere, sono divenuti cose che parlano.
Il Fratello Carlo Lorenzini Collodi parte da una cosa che parla: un pezzo di legno che diventa un burattino. E tale rimane per gran parte della storia. Ascoltando i suggerimenti del gatto e della volpe e poi di Lucignolo si perde e diventa un asino, tale e quale Lucio nelle Metamorfosi di Apuleio, il quale seguendo i richiami della magia vive l’esperienza del somaro. Lucio sarà salvato, dopo ampio pentimento e una serie di esperienze dolorose, dalla Dea Iside. Pinocchio, divenuto simbolo prima del credulone (un burattino in mano agli altri) e poi del bugiardo, dopo una morte iniziatica (il ventre della balena) sarà salvato dalla Fata Turchina.
Esseri umani o cose che parlano? A ognuno la propria libera scelta e le necessarie conseguenze.
Silvano Danesi