La frantumazione della Gran Loggia d’Italia

 

Il male endemico della Massoneria italiana, ossia la frantumazione, continua a fare vittime.

Prima di giungere ad un Grande Oriente italiano nazionale ci vollero anni e l’unità non durò molto, visto che nel 1908 ci fu la scissione guidata da Saverio Fera.

Dopo la parentesi fascista, che mise la Massoneria in stand by, i risorti Grandi Orienti e Gran Logge costituirono e costituiscono, nell’insieme, una nebulosa difficilmente decifrabile a causa di continue scissioni, riunificazioni e nuove scissioni.

Il panorama attuale conta, secondo alcune valutazioni sicuramente non complete, dato il continuo sorgere e sparire di nuove realtà, oltre un centinaio di istituzioni massoniche, molte delle quali alla ricerca di patenti legittimanti o di improbabili discendenze.

Il 2017 assiste ad un ultimo atto, per ora, di quel male endemico che, di volta in volta, mette in ginocchio la Massoneria del Bel Paese: “l’esplosione” della Gran Loggia d’Italia.

Nei mesi scorsi la Grande Assemblea della Gran Loggia d’Italia ha riconfermato nella carica di Sovrano Gran Commendatore e Gran Maestro l’avvocato Antonio Binni, ma a pochi giorni dalla sua elezione si è creata una frattura interna che ha visto l’estromissione dell’ex Sovrano Gran Commendatore Gran Maestro Luigi Pruneti, il quale ha annunciato la costituzione di una sua istituzione che dovrebbe essere formalizzata il 24 giugno prossimo.

Nel frattempo è nata una contestazione da parte di alcuni componenti il Supremo Consiglio del Rito Scozzese Antico ed Accettato della Gran Loggia d’Italia, relativa a presunte irregolarità che Antonio Binni avrebbe commesso nel costituire l’Organo di Governo del Rito.

Questi membri del Supremo Consiglio, riunitisi il 20 aprile, hanno emesso un comunicato il 21 aprile, a firma di Sergio Ciannella, con il quale annunciano che l’Alta Corte di Giustizia del Rito, da loro convocata, “ha condannato Antonio Binni e Luciano Romoli alla radiazione”, con la conseguenza della loro “decadenza dalle Cariche di Sovrano Gran Commendatore Gran Maestro e di Luogotenente Sovrano Gran Commendatore Gran Maestro Vicario”. Cariche che il comunicato afferma essere state assunte, “fino a nuove elezioni”, dallo stesso Sergio Ciannella.

Cosa risponderà Antonio Binni lo si vedrà in seguito, ma non è difficile da ipotizzare.

Non spetta a me entrare nel merito delle ragioni dei vari protagonisti dell’esplosione della Gran Loggia d’Italia, di fatto attualmente divisa in tre tronconi, ma non si può non registrare che anche questa istituzione massonica, che era seconda, per numero di affiliati, solo al Grande Oriente d’Italia, si è frantumata, contribuendo così all’espandersi di quella nebulosa informe, sempre meno decifrabile, che è la Massoneria italiana.

Silvano Danesi

 

 

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Giornalista
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